Ivo Strecker è un antropologo che ha trascorso più di trenta anni nella valle dell’Omo, nel sud dell’Etiopia. Strecker ora cura una serie di film documentari ambientati in Etiopia, su contadini e pastori: I Guardians of Productive Landscape.

Le persone con cui l’antropologo Ivo Strecker ha vissuto sono diventati i soggetti della sua ricerca, uomini e donne da chiamare per nome. Nel nuovo progetto “Guardians of Productive Landscapes” con il Max Planck Institute for Social Antropology, il Dottor Strecker mette al centro, fin dal titolo, i contadini e i pastori che lavorano e curano i terreni che gli sono toccati in sorte: savane, boscaglie, altopiani, delta dei fiumi, foreste… I Guardiani dei Paesaggi Produttivi, per l’appunto.

Questi “Guardians” non sono affatto residui di un mondo che scompare ma “almeno un miliardo e mezzo di persone che vivono di agricoltura di sussistenza e producono il cinquanta per cento del cibo consumato nel mondo sviluppato”. E il loro modo di produrre non avvelena né distrugge l’ambiente, cura la biodiversità ed è sostenibile. Esiste un modo migliore per prendersi cura di una bio diversità minacciata?

Dancing Grass

Guardians of Productive Landscapes è ora il titolo di una collana di film-documentari, di antropologia applicata. Sono una dozzina di titoli, diretti o sotto la supervisione di Strecker, tutti ambientati in Etiopia. Sarà soltanto pane per gli antropologi? Dipenderà dal modo in cui sono girati, dalla voglia di essere divulgativi  senza essere superficiali. Il nome di Strecker è già una garanzia, pensando all’attività divulgativa di qualità che fa l’Omo Research Center di Jinka, nella Valle dell’Omo.

Chi ha viaggiato per l’Etiopia, ritroverà immagini evocative già fin da alcuni titoli: “Dancing Grass”, l’erba che balla, sulla raccolta del teff negli altopiani del Tigray; “There is work tomorrow”, domani si lavora, sul lavoro agricolo comunitario; “Nel giardino di Ayes”, sulla lavorazione del falso banano per ottenere l’ensete nella zona del Gamo. E anche “The Gunda Gundo pilgrimage”, su un monastero ortodosso in una pietrosa vallata del Tigray del Nord dove scorre un torrente e crescono le arance. E poi ci sono lavori sui Dassanech, gli Arbore sugli Hamer della bassa valle dell’Omo.

Alcuni film sono stati già prodotti, per altri sono già iniziate le riprese, per altri la ricerca è ancora in corso. Bisognerà andarseli a cercare, questi film, sperando che qualche centro di documentazione, magari in Etiopia, faccia un lavoro di raccolta per renderli pubblici. Intanto il primo titolo disponibile è proprio un documentario di Strecker: “Abraham and Sara. Creators of a Productive Landscape”, dove Sara e Abramo sono due nomi biblici per due contadini del Tigray, seguiti nel loro lavoro quotidiano. (In vendita sul sito del Royal Anthropological Institute).

I film della serie

Ecco la lista completa dei film in produzione:

  • Abraham & Sarah Part I: Creators of a productive landscape (2017), di Ivo Strecker
  • Dancing Grass. Harvesting teff in the Tigrean highlands (2018), di Mitiku Gabrehiwot
  • In Aiyes’s garden. Processing enset in the Gamo highlands (2019), di Eyob Defersha
  • Abraham & Sarah Part II: The Gundagundo pilgrimage (2019), di Tesfahun Haddis
  • Family subsistence in the Hamar hills (2019), di Jean Lydall e Kaira Strecker
  • There is work tomorrow! Farming the highlands of southern Ethiopia, di Eyob Defersha e Emebet Demelash
  • Floods, fields and meadows. Sharing land among the Arbore, di Echi Gabbert and Gino Ballo
  • Milking the ‘Chobui’ Tree. How the pastoral Mun relish the fruits of the forest, di Shauna LaTosky e Oliserale
  • Talking highlands. Memories in the ancient landscapes of Tigray, di Wolbert Smidt
  • Abraham & Sarah Part III: The grace of subsistence, di Selamawit Hailu
  • Tamed water. Dassanech modes of subsistence in the delta of the Lower Omo, di Konrad Licht
  • The tulaa wells. The ritual and social making of a pastoral landscape, di Marco Bassi.
  • A troubled park. Game wardens, herders and hunters in collision, di Yohannes Yitbarek