Strada conosciuta ma non nell’asfalto; si snoda tra un verde tef e un giallo grano, dolcemente, senza sobbalzi. Il passo che poi tracima verso Debre Sina è vivo di cavalli e scimmie gelada. L’altitudine stordisce e rende il tutto ancor più effimero. Le gallerie costruite dagli italiani durante l’occupazione sono state ingrandite e asfaltate: hanno perso l’inciso del “comico” impero. Trascorsa Debre Sina ci fermiamo in una locanda, attratti da un murales – dipinto all’esterno sotto la veranda. Rappresenta l’antico splendore FIAT: un camion con rimorchio che costeggia un dirupo. All’interno l’essenziale. Insieme a un bancone colorato, sta una vetrina con tre bottiglie di analcolici diversi e, l’immancabile televisione dentro un mobile di compensato una volta lucido.

Inizia cosi’ la spedizione in Dancalia di Fausto Toccaceli. Vi invitiamo a leggere la versione integrale del suo diario di viaggio.

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